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BEEPLE "EVERYDAYS". L'NFT DA 69 MILIONI DI DOLLARI



Era l'11 marzo 2021, quando la rinomata casa d’aste Christie’s si trovò a vendere un’opera d’arte digitale intitolata “Everydays: The First 5000 Days”, creata dall’artista Mike Winkelmann, noto come Beeple.


Mike Winkelmann è nato nel 1981 in Wisconsin, negli USA.

Dopo aver preso una laurea in Ingegneria Informatica nel 2003, sembra indirizzato verso un lavoro d’ufficio presso qualche azienda di programmazione.

E invece sceglie per sé un’altra strada: quella dell’arte digitale.


Dopo qualche anno passato a perfezionare le sue abilità artistiche, Winkelmann cominciò la sua opera Everydays il primo maggio 2007.

Scelse il nome d’arte “Beeple”, come il nome di un suo peluche, e iniziò quello che non ancora non sapeva sarebbe diventato il suo capolavoro.

Ecco, dunque, chi è Beeple. 

Questa vendita ha raggiunto la terza cifra più alta mai registrata per un’opera di un artista vivente, suscitando scalpore nel mondo dell’arte.


Per comprendere appieno l’importanza di questo evento, è necessario esaminare il concetto di cripto-arte.

Nonostante l’arte digitale sia nata negli anni '60, l’avvento di internet e la sua enfasi sull’accessibilità e la riproducibilità dei contenuti hanno portato gli artisti a cercare modi per proteggere l’unicità delle loro opere.

A tal fine, hanno adottato una tecnologia emersa nel 2017 nel contesto dei videogiochi: i non fungible token (NFT).

Questi “oggetti” digitali, che non possono essere duplicati in quanto sviluppati su blockchain ed aventi un codice univoco, fungono da certificati di autenticità per le opere d’arte.

Una serie di dati immutabili ai quali possono essere aggiunte nuove informazioni che tracciano e rendono trasparenti tutti i passaggi di proprietà dell'opera.


La sua opera “Everydays: The First 5000 Days” è un collage di 21.069 x 21.069 pixel delle sue prime cinquemila opere giornaliere.

Ciò che Christie’s ha effettivamente venduto non era tanto l’opera d’arte in sé, che chiunque può cercare sul web e scaricare con un semplice clic del mouse, ma l’NFT associato all’opera: il certificato di proprietà.


Questo concetto non è nuovo nel mondo dell’arte.

Negli anni '60, l’artista Sol LeWitt, noto per i suoi murales, vendeva i certificati contenenti le istruzioni per realizzare le sue opere parietali acquistate.

L’elemento chiave risiede nel fatto che, per la prima volta nella storia del mercato delle opere d'arte, non vi è stata alcuna mediazione da parte di alcun intermediario: curatori, galleristi, critici ed esperti sono stati esclusi.

Fino al momento della vendita record, Beeple era un nome sconosciuto.

Inoltre, i compratori non erano collezionisti, ma investitori che hanno acquistato l’opera nella speranza che il suo valore aumentasse e potesse poi essere rivenduta a cifre ancora più alte.


Beeple è noto per il suo stile distopico e psichedelico. Le sue opere variano da paesaggi surreali, a ritratti sproporzionati di persone famose come Elon Musk, Trump e Biden, a vere e proprie vignette di satira.

Sebbene Everydays sia l’opera NFT più conosciuta di Beeple, il suo percorso con i token non fungibili ha avuto inizio nel novembre 2020.


Crossroads, uno dei suoi primi lavori venduti sulla blockchain, era un disegno politico realizzato durante la competizione elettorale tra Biden e Trump.

Questo NFT aveva una caratteristica dinamica: l’opera d’arte avrebbe subito una modifica a seconda del risultato delle elezioni.

Quest’opera digitale è stata acquistata per 66.666,66 dollari su Nifty Gateways e poco dopo è stata rivenduta per 6 milioni di dollari.

Mai si sarebbe aspettato un tale successo.


Nei giorni successivi, le opinioni si sono divise sui social media riguardo alla legittimità di tutto ciò.


Un anno dopo, un’opera prodotta con l’intelligenza artificiale ha vinto un piccolo concorso locale in Colorado, suscitando reazioni contrastanti.

L’opera in questione era “Theatre d’Opera Spatial” di Jason Allen, una fotografia scattata dall’artista e poi elaborata interamente con l’ausilio dell’IA con intento provocatorio.



Questo ha riaperto il dibattito più antico del mondo dell’arte: cosa rende un’opera d’arte tale?


E qual è il ruolo dell’artista: essere colui che possiede un’elevata competenza tecnica o colui che, per citare Duchamp, “sceglie l’oggetto d’arte”?


La risposta a queste domande rimane un compito arduo per le generazioni future.

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